Sonnabend Collection
Tra le sale completamente restaurate di un palazzo medievale nasce un museo dedicato a una delle più straordinarie collezioni d’arte contemporanea. Dal 29 novembre 2025 il Palazzo della Ragione di Mantova accoglie la Sonnabend Collection Mantova, che racconta la storia di un secolo attraverso lo sguardo di Ileana Sonnabend, la gallerista e collezionista che ha saputo unire l’America e l’Europa, trasformando per sempre la geografia dell’arte.
Con l’apertura della Sonnabend Collection Mantova, la città del Rinascimento si arricchisce di un museo internazionale che intreccia la storia di una donna che ha rivoluzionato il sistema dell’arte e quella di un luogo che, dal Quattrocento a oggi, continua a essere centro vitale della cultura europea. Il progetto nasce dalla collaborazione tra il Comune di Mantova, la Sonnabend Collection Foundation e Marsilio Arte, con l’obiettivo di rendere accessibile al pubblico una delle collezioni private più importanti del Novecento, compendio della storia dell’arte internazionale dagli anni Cinquanta ai primi anni Duemila.
La raccolta, costruita nel corso di una vita da Ileana Sonnabend (1914–2007) insieme al marito Michael Sonnabend (1900–2001) e al loro figlio adottivo Antonio Homem, offre una testimonianza delle sperimentazioni della cultura visiva dalla metà del XX secolo, delineando una vera e propria mappa della creatività contemporanea. Attraverso le gallerie Sonnabend di Parigi e New York, Ileana ha saputo anticipare e diffondere le tendenze artistiche che hanno ridefinito l’immaginario collettivo: dal linguaggio sperimentale del Neo-Dada alla forza iconica della Pop Art, dalle strutture rigorose del Minimalismo a quelle poetiche dell’Arte Concettuale, fino ai linguaggi visionari dell’Arte Povera italiana e allo sviluppo della fotografia contemporanea.
Il percorso espositivo, curato da Antonio Homem e Mario Codognato, si sviluppa come una narrazione continua che restituisce lo sguardo pionieristico di Ileana Sonnabend e la sua capacità di anticipare le trasformazioni dell’arte contemporanea tra Stati Uniti ed Europa. La Sonnabend Collection Mantova si articola in undici sale che accompagnano il pubblico in un percorso cronologico e tematico dal secondo dopoguerra a oggi. Le 94 opere esposte, tra dipinti, sculture, installazioni, fotografie e opere concettuali, compongono un racconto che mette in luce il ruolo di Sonnabend come mediatrice tra mondi, linguaggi e generazioni.
Il progetto allestitivo è curato da unostudio.
Sponsor dell’iniziativa è BPER Banca.
Ileana Sonnabend alla sua scrivania, Parigi, 1965 circa
Ileana Schapira nacque a Bucarest, in Romania, il 28 ottobre 1914, figlia di un importante industriale. A 19 anni conobbe Leo Castelli, che sposò l’anno successivo. Dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, a causa delle persecuzioni naziste, la coppia fuggì dall’Europa e si stabilì a New York, dove Castelli aprì una galleria nella loro casa nel 1957. I due divorziarono nel 1959 e Ileana proseguì la sua carriera nel mondo dell’arte. Nel 1960 sposò Michael Sonnabend, uno studioso di Dante, e nel 1962 aprirono la Galerie Ileana Sonnabend a Parigi, dove esposero i lavori di artisti americani e di alcuni giovani italiani, a cominciare da Mario Schifano (1963) e Michelangelo Pistoletto (1964), seguiti poi da Gilberto Zorio, Mario Merz, Giovanni Anselmo (1969), Jannis Kounellis (1972) e altri ancora.
Nel 1970 Ileana aprì una galleria a New York, che l’anno seguente trasferì a SoHo, insieme alla Galleria Castelli, stimolando così una sorta di “migrazione” della scena artistica contemporanea newyorkese. La galleria di SoHo venne inaugurata con una performance di Gilbert & George, Underneath The Arches oggi celeberrima. E infatti le performance dal vivo hanno rappresentato un elemento chiave del programma della Sonnabend Gallery negli anni Settanta. Tra le tante ricordiamo, Da inventare sul posto (1972), un’opera di Jannis Kounellis che comprendeva sia un dipinto che una performance con un violinista e una ballerina, presentata nella prima personale dell’artista negli Stati Uniti. In Seedbed di Vito Acconci (1972) compiva atti di autoerotismo sotto il pavimento di legno installato alla Sonnabend Gallery a SoHo. Il pubblico al di sopra di lui si trovava a passeggiare in uno spazio vuoto in cui figurava il solo pavimento in legno, sotto la quale si trovava l’artista che tramite altoparlanti, vocalizzava per il pubblico le sue fantasie erotiche.
Infine non è solo una suggestione osservare che la passione, l’acume, la sensibilità per l’arte visiva e l’impegno e il rigore mecenatico di Ileana Sonnabend creano oggi un legame ideale con un’altra grande collezionista del passato, Isabella d’Este, reggente del Marchesato di Mantova a cavallo tra il Quindicesimo ed il Sedicesimo secolo e considerata una delle più grandi protettrici delle arti del suo tempo.
Il museo
Nel cuore di Mantova, il Palazzo della Ragione e la Torre dell’Orologio rappresentano due luoghi simbolo della storia civica e culturale della città. Nati nel Medioevo come spazi pubblici destinati alla vita comunitaria, hanno attraversato i secoli trasformandosi da sedi di governo e giustizia a centri di innovazione artistica e culturale. Oggi, questi edifici raccontano non solo il passato glorioso della città, ma si aprono al futuro con nuove iniziative espositive e museali, tra cui l’arrivo della prestigiosa Sonnabend Collection, che intreccia l’eredità storica con il linguaggio dell’arte contemporanea.
Il Palazzo della Ragione fa parte di quel nucleo di edifici cittadini sorti in epoca medioevale. Citato più volte in documenti dell'epoca come Palatium Novum del Comune, il palazzo venne edificato intorno al XI-XII secolo per assolvere alle funzioni civili pubbliche e destinato ad accogliere le assemblee e le adunanze cittadine o, in caso di cattivo tempo, il mercato che si teneva nella piazza sottostante.
L'edificio fu più volte oggetto di modifiche, fin dalla metà del tredicesimo secolo. Nel 1472 fu innalzata la Torre dell'Orologio arricchita da un pubblico orologio ideato dal matematico ed astrologo Bartolomeo Manfredi. L'orologio dava conto delle ore del giorno, delle posizioni dei pianeti, del crescere e del calare del sole, dei segni zodiacali, delle fasi lunari, dei giorni favorevoli per far salassi, seminare, partire per viaggi e di altre cose "utili in questo mondo". Nel 1700, su progetto dell'architetto Doricilio Moscatelli, furono chiuse le trifore duecentesche ed aperte ampie e luminose finestre.
Nella prima metà del '900, il palazzo fu riportato alla sua struttura originaria dall'architetto mantovano Aldo Andreani, eliminando le sovrapposizioni barocche.
Adibito per secoli all'amministrazione della giustizia, dal 1997 è divenuto prestigiosa sede espositiva dei Musei Civici di Mantova, ospitando numerose ed importanti esposizioni d'arte organizzate dall'amministrazione comunale.
Nell'ampio salone, di imponenti volumetrie, sono visibili sulle pareti di testa i resti di notevoli affreschi che raffigurano episodi bellici databili intorno alla fine del XII secolo, oltre a personaggi di storia sacra firmati dal parmense Grisopolo e databili alla metà del duecento.
Oggi, nel solco di questa lunga e nobile tradizione, il Palazzo si prepara a vivere una nuova stagione culturale con la Sonnabend Collection, una delle raccolte private più significative del XX secolo, che troverà sede permanente negli spazi storici del palazzo. Il progetto allestitivo, firmato da Federico Fedel, restituirà vita e respiro contemporaneo a un luogo emblematico della città, coniugando l’eredità medievale dell’edificio con una visione museografica attuale, capace di dialogare con le grandi opere dell’arte del nostro tempo. Una nuova pagina che si apre nel segno della continuità tra passato e futuro, cultura civica e arte globale.
La Torre dell’Orologio, di impianto rettangolare, voluta dal marchese Ludovico II, fu costruita nel 1472-73 su progetto di Luca Fancelli, ed è così detta per l’antico orologio realizzato da Bartolomeo Manfredi, meccanico, matematico e astrologo alla corte dei Gonzaga, noto anche come Bartolomeo dell’Orologio. L’Orologio venne inaugurato nel dicembre del 1473. Il quadrante indica le ore contrassegnate da numeri romani, e riporta altre indicazioni come i segni zodiacali, le ore planetarie, i giorni della Luna, la posizione degli astri utile a sapere se un certo momento della giornata è sotto l’influsso di pianeti favorevoli
All'interno della Torre, con accesso dal salone di Palazzo della Ragione, è allestita una prima esposizione degli oggetti e degli ingranaggi tralasciati o sostituiti nel corso del tempo da chi mise mano all’orologio.
Sarà così possibile ammirare la corona quattrocentesca le lancette, i segni zodiacali in rame sbalzato, il pendolo di Foucault e inoltre le due strutture ottocentesche in legno e lamiera intagliata che, ruotando dietro le finestrelle ottagonali (vedi foto a lato), consentivano la lettura anche notturna dell’orologio.
La visita è assolutamente consigliata sia per ammirare i meccanismi della macchina dell’orologio, ma anche per il panorama mozzafiato che si apre all’ultimo piano della torre dove si coglie una delle viste più belle della città spaziando con lo sguardo ai laghi che circondano Mantova







